“Vedi Napoli e poi muori”
Il più famoso aforisma sulla capitale partenopea viene spesso utilizzato con un’accezione negativa: Napoli, per i più, non è altro che è sinonimo di mafia, sporcizia e illegalità. In realtà, quando quelle parole furono scritte da Goethe, avevano lo scopo di lasciar intendere tutt’altro. Il poeta tedesco infatti, approdato nella città nel 1787, rimase ammaliato da quest’attitudine unica all’esistenza che distingue i napoletani da tutto il resto del mondo.
“Non mi riconosco quasi più, mi sembra di essere un altro uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso “
A pelle, camminando per le caotiche vie cittadine, è quasi impossibile non venir contagiati da quest’energia che non riesco a definire in altro modo, se non “pura ed estatica vitalità”, credo che sia la prima accezione che riesco a dare al più generico significato della famosa napoletanità di cui si sente tanto parlare.
A questo punto, quindi, vi racconto la “mia” Napoli! A lungo sognata e progettata, finalmente ha preso vita il primo weekend di marzo, sotto forma di viaggio tra amici.
- Volo di andata: Venezia Treviso – Napoli ore 8.15 venerdì 1 marzo
- Volo di ritorno: Napoli – Venezia Treviso ore 19.15 domenica 3 marzo
- Appartamento Airbnb “Il panaro ai decumani” in via dei Tribunali 181
Un weekend di fine inverno, con temperature miti, credo sia un tra i periodi più belli per visitare questa città: l’afflusso di turisti è moderato, le temperature sono decisamente più miti rispetto al nord e permettono di avere un primo assaggio di primavera. Bastano un giubbino in pelle, scarpe comode, Lonely Planet alla mano e il fine settimana all’insegna del turismo culturale e gastronomico può avere inizio!
GIORNO 1
Il nostro itinerario inizia a Porta Nolana, sulla cui omonima piazza sorge uno dei mercati storici della città. Veniamo accolti dall’inconfondibile motivo di una canzone neomelodica e dal “profumo” di pesce appena pescato. Proseguiamo la nostra esplorazione della città arrivando in via San Biagio dei Librai, più conosciuta come “Spaccanapoli”, ovvero la via che divide a metà la città, dal quartiere Forcella ai famosi Quartieri Spagnoli. In questa via è possibile avere il primo assaggio della napoletanità, edifici storici in arte barocca si mischiano a case decadenti, artisti di strada vendono le loro opere intervallando negozi di street food. A questo punto quindi, un “cuoppo da passeggio”, è quasi obbligatorio!
Con la pancia piena giungiamo finalmente alla cappella di Sansevero per ammirare il famoso “Cristo velato”, opera conosciuta internazionalmente per la delicatezza e la realisticità del velo posato sul corpo del Cristo. Quella che si prospettava una visione fugace della statua, si è in realtà rivelata una piacevole sorpresa poichè la cappella, chiamata anche chiesa di Santa Maria delle Grazie, in realtà ha un’affascinante storia da offrire. La nascita dell’edificio trova origine nel mito: si narra che un uomo, incarcerato ingiustamente, fece voto di devozione alla Vergine Maria e, nel momento in cui passò davanti al muro di proprietà dei Sansevero, questo crollò improvvisamente, rivelando il dipinto della pietà, oggi collocato sopra l’altare maggiore. L’interno della cappella, esemplificativo dell’arte barocca, è ricco di statue dalla velata simbologia, spiegate da vari pannelli che troverete lungo il percorso. Tra le mie preferite c’è il disinganno, testimonianza della redenzione a vita monacale di Antonio di Sangro, dopo una vita dedicata ai vizi. Il personaggio più affascinante che incontrerete in questo viaggio sarà il figlio di Antonio, Raimondo di Segestro, principe di Sansevero, un mecenate, esoterista, inventore, anatomista, alchimista e chi più ne ha, più ne metta! Tra i lasciti più famosi del principe vi sono le macchine anatomiche: una coppia di corpi umani scarnificati dei quali si conserva perfettamente il sistema cardiocircolatorio! (curiosi di scoprire dove sta l’inganno vero?)
Se volete fare una pausa dal caos e ritrovarvi improvvisamente in un’oasi di pace e silenzio entrate al Chiostro di Santa Chiara. La bellezza delle piastrelle di maiolica dipinte, unita al profumo di aranci e alle macchie di rosa del pesco in fiore, vi farà venir voglia di sedervi a contemplare la bellezza nel suo stato più semplice.
Uno scorcio da non perdere da Spaccanapoli è via San Gregorio Armeno, la strada dei presepi, qui si respira tutta la tradizione napoletana. I presepi sono presenti 365 giorni l’anno e, oltre alle classiche statuine che popolano i presepi di tutt’Italia, anche quest’anno propongono nuove alternative che spaziano dai cuochi più famosi della TV, ai reali d’Inghilterra, ovviamente senza tralasciare i divi di Hollywood!
Se come me siete appassionati di libri procedete il giro verso zona delle librerie in via Port’Alba, potete acquistare a pochi euro qualche libro usato o spulciare tra i vari vinili di musica napoletana! Appena svoltato l’angolo si trova piazza Dante, dove compriamo un biglietto per la metro così da poter scendere alla famosa stazione Toledo. Il prezzo del biglietto sarà ampiamente ricompensato dallo spettacolo in cui vi ritroverete immersi… tutte le pareti sono interamente coperte da un mosaicoi cui toni riprendono tutte le sfumature della luce filtrata dall’acqua. A completare l’esperienza sensoriale vi sono il via vai e il chiacchiericcio indistinto della gente che, facendo da sfondo sonoro alla passeggiata, ricordano il fragore delle onde quando si è realmente sott’acqua.
Il giro continua con la bellissima Galleria Umberto I che ci porta dritti dritti a piazza Plebiscito. Il tramonto alle spalle della basilica pontificia tinge il cielo di tutte le sfumature di azzurro e rosso. È la giusta cornice per la fine di questa giornata.