Avete mai pensato per quale motivo decidete di intraprendere un percorso nutrizionale?
No, non intendo la solita risposta che prevede la perdita dei chili accumulati negli ultimi anni. Intendo il fine più profondo, quello che, secondo la parte inconscia della vostra mente, riuscite ad ottenere una volta che quei chili se ne sono andati.
C’è chi vorrebbe riconquistare un marito ormai allontanato da tempo, chi aumenterebbe la sicurezza in sé stesso, chi ha preso il coraggio di abbandonare la corazza di grasso che aveva indossato per proteggersi da qualcuno che lo aveva ferito, chi vuole rientrare in quel preciso vestito, che riusciva ad indossare una decina di anni fa e che la faceva sentire così bene….
Dietro ad un semplice numero sulla bilancia si cela un intero mondo di emozioni che tanto spaventano quanto affascinano. E proprio per questo motivo la maggior parte delle persone preferisce non affrontarle, preferisce lasciarle nascoste lì dove sono, perché è più facile affrontare un percorso “per perdere peso”, piuttosto che un percorso per ritrovare se stessi e la propria felicità. Il percorso nutrizionale lo fanno tutti, anzi, al giorno d’oggi c’è da preoccuparsi se non stai a dieta e non commenti terrorizzato le calorie di qualsiasi cosa mangi. La seconda strada invece è molto più complessa… viviamo in una società dove tutti si devono mostrare felici, le altre emozioni non sono tollerate, soprattutto se mostrate in pubblico. Non va bene sentirsi tristi, non va bene mostrar rabbia, non va bene essere preoccupati, frustrati, stanchi… Alle volte sembra che dobbiamo essere semplicemente grati di ciò che abbiamo e tenerci stretti la situazione in cui ci troviamo perché “sai quante persone pagherebbero per essere al posto tuo”, “di questi tempi non puoi aspettarti più di questo”. Il risultato finale? Molti si ritrovano intrappolati nelle sabbie mobili, la realtà in cui si trovano non gli permette di essere felici, però per paura di sprofondare ancora di più, si costringono a restar fermi lì.
“Hai bisogno di tirarti su di morale? Basta un po’ di shopping, una fetta di dolce e vedi se poi non ti senti meglio!” La frivolezza e la superficialità tendono a far da padrone anche in questi casi…Peccato che la dopamina che produciamo in risposta a queste attività non duri molto a lungo nel cervello, quindi di lì a poco, ci ritroviamo punto e a capo.
Perché è così difficile decidere di lavorare più profondamente in noi stessi, per trovare la felicità, quella vera?
Perché scavare in profondità con l’aiuto di un terapeuta, quale uno psicologo, fa così paura?
L’immagine che mi si presenta davanti, quando ascolto alcuni pazienti, è quella di un incrocio gigante di strade e li vedo fermi ad uno stop, immobili. Non hanno il coraggio di muovere un passo in nessuna direzione, tutti gli obbiettivi che si pongono li vedono così lontani, frivoli, irrealizzabili… molti ormai si sono convinti che muoversi dalla situazione in cui si trovano, non li porterà da nessuna parte…
E se invece la felicità ci fosse alla fine di ognuna delle strade che potreste imboccare?
Alle volte, basta solo chiudere gli occhi e decidere di buttarsi, come quando ci si tuffa in piscina dal trampolino! Può far paura l’idea di lanciarsi nel vuoto ma questa volta non siete soli, potete scegliere chi vi accompagnerà durante tutto il percorso. Se si definiscono dei presupposti giusti sul lavoro da fare e sull’obbiettivo da raggiungere, allora vi posso garantire che la reale felicità è dietro l’angolo.
Basta solo ingranare la prima e partire, magari il viaggio sarà lungo e con un po’ di sali scendi, ma vi posso garantire che ne vale veramente la pena. Una volta arrivati in cima, ricordatevi di guardare il panorama, perché sarà qualcosa di impagabile che vi toglierà il fiato!