Viviamo in una società orientata verso la razionalità. Si può dire che molti di noi siano cresciuti a pane e razionalità poiché una persona razionale raggiunge obbiettivi, ha successo nel lavoro, gestisce in maniera efficace tempo e denaro così da poter ambire a vette sempre più alte… la massima efficienza in una continua scalata verso il successo.
Dall’altra parte, invece, vengono collocate le persone emotive, coloro che vivono le giornate basando i ritmi e le scelte sulle loro emozioni, caratteristica che nel tempo li ha portati ad essere etichettati come persone poco efficienti o, addirittura, deboli.
Ma siamo proprio sicuri funzioni realmente così?
Vi siete mai fermati a cercare di comprendere cosa ci sta sotto a raziocinio ed emotività? Quali siano realmente i “fili” che ci pilotano nella quotidianità?
Per capire da dove derivino raziocinio ed emotività dobbiamo fare un passo indietro e dare un’occhiata all’interno.. Partendo dalla composizione del nostro cervello!

Come potete vedere dalla foto il nostro cervello può essere sezionato in 3 aree, partendo dalla base troviamo la regione rettile, coperta da quella limbica ed infine, nella zona più esterna, la neocorteccia. Queste tre non si trovano casualmente una sopra l’altra, si tratta di tessuti che si sono sviluppati in epoche differenti, mano a mano che, da scimmie, ci siamo evoluti ad homo sapiens. Andiamo a vedere insieme a cosa servono queste regioni cerebrali:
- Rettile: ovvero la sezione più antica, la prima ad essere esistita. Si occupa di tutti gli stimoli attivi senza bisogno del pensiero e della volontà ovvero gli stimoli essenziali alla sopravvivenza quali attacco, fuga, nutrizione…. il cervello rettile lavora per abitudini ed automatismi.
- Limbico o emotivo: è una sovrastruttura che si è sviluppata in seguito all’iterazione con i nostri simili e che ci ha permesso di gestire emozioni più complesse. Da essa, infatti, dipende la percezione della zona di comfort e la comprensione del linguaggio del corpo.
- Neocorteccia: questo ultimo strato si è formato nel momento in cui siamo diventati “animali più sociali” (no, non sto parlando di Facebook o Instagram) e i nostri rapporti sono diventati ulteriormente complessi. Ci troviamo nell’epoca in cui si formano le prime società e si iniziano ad utilizzare strumenti quali il bastone. Grazie a quest’ultimo tassello abbiamo la percezione di: bellezza, arte, linguaggio e senso del tempo. La neocorteccia è a sua volta suddivisa in due emisferi:
a. il destro è il lato più creativo, intuitivo e artistico,
b. il sinistro è più razionale, logico e qui trova sede la nostra abilità linguistica.
È proprio dalla struttura fisica di questo splendido organo che derivano tutti i principi e i processi intellettivi, pratici e spirituali, comunemente chiamati “mente”!
Anch’essa può essere suddivisa in due parti:
- mente razionale: analizza i dati, programma, organizza.. ed è resa forte dall’aiuto della forza di volontà: quella spinta fortissima che ci aiuta ad iniziare…ma che è di scarsa durata.
- mente emotiva: vive nel presente, gode delle emozioni , ricerca stimoli semplici e automatizza quelle azioni che ci hanno portato un beneficio. Anatomicamente trova sede nelle zone di cervello limbico e una parte di neocorteccia.
Ritornando al discorso di partenza, la società al giorno d’oggi ci impone il culto della mente razionale a discapito di quella emotiva e ci porta a credere che gli obbiettivi si possano ottenere solamente sfruttando la razionalità quindi li fa dipendere dalla sola forza di volontà.
Ma andiamo a vedere insieme come funziona in realtà la mente: per non restare in concetti troppo astratti una similitudine che calza a pennello è quella dell’elefante guidato da un piccolo uomo. La maestosa creatura rappresenta la mente emotiva mentre l’uomo quella razionale.
Che succede quando uomo ed elefante devono compiere un viaggio da un punto A ad un punto B?
L’uomo mediante un bastone colpisce sul fianco l’elefante che inizia a camminare verso la direzione che gli viene imposta. Il proseguo del viaggio, però, non dipende dall’uomo, ma dall’animale, che se deciderà che nel punto B c’è una ricompensa succulenta ad attenderlo allora raggiungerà la meta, altrimenti, se lungo il tragitto trova una pozza d’acqua in cui sguazzare ed abbeverarsi, il piccolo uomo non potrà far più nulla per convincerlo a proseguire. L’elefante è troppo potente per essere mosso da un insignificante uomo.
Come si concretizza tutto ciò quando ci poniamo un obiettivo da raggiungere?
La spinta iniziale (il bastone) altri non è che la forza di volontà: uno stimolo potentissimo ma di durata veramente molto breve. Al termine della sua efficacia dobbiamo, quindi, stimolare il nostro lato emotivo dando forma, nel nostro cervello, ad un obiettivo invitante da raggiungere. Così facendo otterremo il massimo risultato sfruttando in maniera corretta entrambi le nostre menti.
Per quanto ci possa sembrare strano l’85% delle decisioni che prendiamo derivano dalla parte emotiva che non ascoltiamo a sufficienza perché non siamo allenati a farlo!
Come poter arrivare al desiderato punto B? Formulando un obiettivo efficace e che descriva l’arrivo in maniera tangibile e “appetitosa”.
Un esempio pratico? Voler far la dieta per il benessere o per arrivare al peso forma….non è per nulla invitante per la nostra parte emotiva!!
Lo è invece il voler dimagrire per raggiungere un peso di 7 kg inferiore all’attuale così da rientrare in quel vestito che ti faceva sentir bella oppure in quella camicia che quando mettevi ti faceva ricevere un sacco di complimenti.. quello è uno zuccherino niente male! Meglio ancora se chiudiamo gli occhi e riviviamo mentalmente quei momenti! Oppure se al frigo al posto della calamita del dottor Nowzaradan ci appendiamo una foto di quel periodo per ricordarci il lato positivo e non il castigo che la dieta comporta secondo la quasi totalità di popolazione mondiale!
Ripensa quindi a tutte le volte che hai fallito un obiettivo nella tua vita, a tutti quei percorsi iniziati e mai portati a termine… riesci a ricordare qual era l’obiettivo che ti eri posto? Era abbastanza stimolante per l’elefante?