“Ogni quanto devo mangiare?”
“Che grammatura devo seguire?”
“Qual è il peso giusto per me?”
Queste domande sono il mio pane quotidiano, solitamente servito con accompagnamento di sguardo impaurito: ci si aspetta di ricevere una risposta che sia lontanissima dalla realtà attuale e che comporti quindi, sofferenze e rinunce per arrivare mangiare o pesare “il giusto”. Perché ormai si sa, esistono porzioni corrette, pesi ideali, timing per i pasti… ma siamo proprio sicuri che sia corretto tutto ciò? io ho avuto i miei dubbi fin da quando studiavo…perchè? vi racconto in che cosa consiste buona parte del mio tirocinio universitario: noi dietisti, come credo anche i biologi nutrizionisti, passiamo più di un migliaio di ore a calcolare a mano o al pc piani alimentari facendo quadrare i conti di ogni giornata per quanto riguarda gli apporti di macro e micronutrienti. Ecco da dove salta fuori la dieta vecchia scuola, nella quale per forza il lunedì si mangia pollo con gli spinaci, il martedì di pesce e zucchine e il mercoledì uova e cavoli!
Dovete sapere che il mantra che ha accompagnato tutte le mie eterne giornate passate con calcolatrice e LARN (tabelle in cui sono indicati tutti i valori nutrizionali degli alimenti) è stato: “ma veramente c’è qualcuno che segue alla lettera ste cose? e se a tizio X gli spinaci non piacciono, il ferro in questa giornata, come lo raggiungo?” dilemma! Per quanto mi spiegassero i benefici di una corretta alimentazione, del ricevere tutti i nutrienti perfetti bla bla bla… senso veramente non ne trovavo! Ora, se dovessi parlare con la me di dieci anni fa, le direi che non trovava un senso perché “un senso non ce l’ha” (e grazie Vasco per la citazione!).
Quindi, se all’inizio della mia carriera lavorativa calcolavo il peso ideale con tutte le tabelline del caso e spiegavo tutte le porzioni perfette e corrette…Vorrei farvi vedere, invece, ora l’espressione che fanno i miei pazienti nel momento in cui si sentono rispondere ai loro dubbi, con un’altra domanda:
“Tu quanto vorresti mangiare?”
“Secondo te ogni quanto ne hai bisogno?”
“Ti ricordi un peso corporeo in cui ti sentivi bene?”
Perché faccio questo? Perché ho capito che se veramente voglio aiutare chi mi sta di fronte, devo guidarl* nel capire cosa c’è più in profondità ovvero nell’ascoltarsi: l’essere umano è una macchina complessa progettata alla perfezione e in quanto tale sa autoregolarsi e comunicarci le sue necessità. Ma noi, le sappiamo ascoltare e comprendere?
Purtroppo, in molti casi l’attenzione è posta sempre a ciò che sta fuori: forme fisiche, vestiario, trucco e parrucco… poche volte ci focalizziamo sul capire quanto siamo sazi, di che cosa abbiamo bisogno, quanta sete percepiamo ecc…
Se riuscissimo a far questo tipo di ascolto ci accorgeremmo di come sia normale in alcuni giorni avere più fame, percepire un maggior bisogno di carboidrati oppure sentire la necessità di mangiare della carne o di eliminarla per un periodo. Allo stesso tempo percepiremmo una maggior necessità di muoverci oppure di riposare. Le indicazioni ci sono tutte, necessitiamo solo di fiducia nei confronti del nostro corpo e questo è l’aspetto che la maggior parte delle persone fatica di più ad accettare: è più normale farmi dire da una persona esterna a me quanto e cosa mangiare che affidarmi al mio corpo restando in ascolto dei segnali!
Hai mai provato a prendere una pausa durante la giornata e seguire una “voglia”? Mettiamo caso che sia voglia di biscotti.
Prova una cosa nuova, affidati al tuo corpo, a guidarti nel farlo, ci penso io:
- Scegli esattamente di che biscotto hai voglia, lo sai bene che non sono tutti uguali e che stai pensando ad un gusto in particolare!
- Togli qualsiasi distrazione: telefono, pc, tv…
- Siediti a tavola e chiediti di quanti biscotti hai bisogno in quel momento, può essere uno come anche sette (ricorda che non stiamo parlando di fare la dieta ma di imparare ad ascoltare il proprio corpo e per lui sette biscotti non sono la fine del mondo). Mettili su un piatto o su un tovagliolo e riponi il sacchetto nella credenza
- Hai bisogno di accompagnarli a qualcosa da bere? Nel caso affermativo recupera ciò di cui hai bisogno, che sia acqua, un caffè, una tisana…
- Ora è il momento di mangiare! Focalizzati sul sapore che hanno: è come lo ricordavi?
- Mano a mano che mangi, focalizzati sulle sensazioni del tuo stomaco, stanno cambiando? se si, come?
- Finito di mangiare, come ti senti? Sei appagat*? Sazi*?
- Nelle ore successive monitora ogni tanto come ti senti fisicamente e se hai necessita di mangiare ancora.
È strano non sentir parlare di calorie, di attività fisica per smaltirli o di che marca di biscotto prendere, vero?
Eppure è così, si tratta solamente di fiducia nel proprio corpo e imparare nuovamente ad ascoltare i messaggi che questo ci manda sperimentando cose nuove e garantendogli la variabilità di cui necessita. Un po’ come salire su un’altalena a strapiombo sul nulla, spaventa il pensiero, ma una volta che ci si lascia dondolare e ci si focalizza sul panorama… il benessere è veramente assicurato!