Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo
Con queste parole Ippocrate, padre della medicina moderna, già 2400 anni fa circa, asseriva all’importanza dell’alimentazione per mantenere il benessere psico-fisico del nostro corpo. L’uomo nasce e funziona come una macchina perfetta e, come tutte le macchine, necessita di una costante cura e attenzione che in questi decenni si sta perdendo sempre più. La dimostrazione più palese ci viene fornita dai dati Istat illustranti i tassi italiani di sovrappeso e obesità: il 45.1% della popolazione adulta è in eccesso ponderale (dato 2015). Eppure, se ci fermiamo un attimo a riflettere, in natura non esiste nessun animale obeso, quindi com’è possibile che a livello mondiale anno dopo anno aumenti sempre più l’incidenza di eccesso ponderale?
La risposta più istintiva che tutti forniamo a questa domanda è: “perché mangiamo troppo e ci muoviamo poco” quindi, a rigor di logica, basterebbe fare un po’ di attività fisica e mettersi a dieta che magicamente l’eccesso di grasso sparisce! Eppure per molti non è così: c’è chi sostiene di ingrassare solamente mangiando un frutto in più di quanto consigliato dalla dietista oppure chi svolge attività fisica quotidianamente e non riesce a perdere quei fastidiosi 3 chili di troppo. Cosa non abbiamo considerato quindi fino ad ora? Facile, le basi!!
Il nostro organismo, circa 200mila anni fa, si è evoluto per far fronte ai nostri bisogni primari ossia: respirare, bere, mangiare, dormire e riprodursi. Da allora non vi sono stati cambiamenti macroscopici alla nostra genetica quindi il nostro cervello è ancora convinto di vivere in un ambiente ostile alla sopravvivenza, ricco di insidie e con scarsità di cibo.
Per spiegarla in parole povere se volessimo cibarci dovremmo affrontare una spesa energetica ingente, dovuta ad attività quali la caccia la quale ci porterebbe, dopo vari giorni, a sostentarci ingerendo tutto il nutrimento disponibile. Le calorie assunte, a questo punto, saranno, quindi, depositate e conservate principalmente in forma di grasso, in attesa dei prossimi giorni di digiuno e di spesa energetica. Ciò che accade oggi invece è un dispendio calorico giornaliero che si esaurisce con la passeggiata di 20 minuti in pausa pranzo, la “caccia” è diventata quella al posto auto più vicino all’ingresso del supermercato e ben 5 volte al giorno assumiamo alimenti con una concentrazione calorica elevatissima (basti pensare alle barrette sostitutive al pasto). Ogni primavera poi, per la prova costume o terrorizzati dagli esiti degli esami del sangue, decidiamo di iniziare una dieta super restrittiva che ci faccia perdere peso in pochissimo tempo, quindi, meno si mangia, meglio è!
Ora entriamo a vedere cosa succede all’interno del nostro corpo…
Poco fa, ricordando Cartesio, vi parlavo di uomo quale macchina perfetta. Per far funzionare tutti gli ingranaggi in maniera corretta e per far si che i vari distretti corporei comunichino tra loro, il nostro sistema endocrino* è stato deputato alla produzione continua di ormoni, ossia, messaggeri chimici che trasmettono segnali da una cellula (o gruppo di cellule) ad un’altra, localizzata in un tessuto bersaglio. Limitandoci agli ormoni prodotti per regolare i processi di ingrassamento e dimagrimento possiamo individuare tre gruppi di molecole:
- Miochine: prodotte dal tessuto muscolare,
- Enterochine: prodotte dall’apparato digerente,
- Adipochine: prodotte dalla massa grassa (ebbene si, il grasso non è solamente un tessuto di riserva ma ha delle funzioni!).
Tra le adipochine troviamo molecole quali la leptina. Questo ormone, scoperto solamente 24 anni fa, comunica direttamente con il nostro ipotalamo riferendogli che ci stiamo nutrendo a sufficienza, non siamo stressati e ci stiamo muovendo abbastanza. Di risposta nel nostro cervello verrà inibita
la sensazione di fame e si favorirà il processo di spesa energetica quindi.. dimagriamo! Al contrario, se non viene prodotta leptina a causa di diete molto restrittive o insufficiente massa grassa, nel nostro ipotalamo verranno prodotti ormoni oresizzanti (che stimolano l’appetito) e che riducono il metabolismo basale inducendo il nostro corpo ad entrare in modalità “risparmio energetico”.
Tra le enterochine, invece, troviamo ormoni secreti in risposta all’assunzione di nutrienti quali grassi (la colecistochinina e il PYY) e zuccheri (il GLP-1 o “peptide simile al glucagone”), queste molecole stimolano la digestione dei nutrienti e segnalano la necessità di interrompere l’assunzione di cibo. Se, invece, il nostro stomaco resta vuoto a lungo sarà immessa in circolo grelina, la quale agirà come stimolante del senso di fame ed al contempo invierà un messaggio di tipo anabolico agli organi, favorendo così l’accumulo di adipe una volta che supereremo il momento di “carestia”.
Ultima molecola degna di nota è una miochina, l’irisina. Questo ormone viene prodotto quando il
muscolo è sottoposto ad uno sforzo intenso e induce il consumo di energia agendo in quattro distretti differenti: stimola la trasformazione del grasso bianco (grasso di scorta) in grasso bruno (adipe che produce calore), aumenta la sensibilità del recettore per l’ormone tiroideo, migliora la sensibilità all’insulina e induce la trascrizione di particolari proteine (le UCP) la cui azione è quella di “sprecare” energia sottoforma di calore.
Cosa possiamo quindi imparare da tutti questi segnali di regolazione?
Nel momento in cui la nostra dieta è varia e ricca di tutti i nutrienti, il nostro corpo saprà esattamente come gestire gli stimoli di fame e sazietà e soprattutto la spesa energetica. Il trucco sta nel tipo di alimentazione che adotteremo. In tal senso i Dott. Attilio e Luca Speciani, fratelli che da anni studiano intolleranze alimentari e nutrizione, hanno elaborato un’alimentazione chiamata “di segnale”, volta proprio a favorire, nel lungo termine, la spesa energetica, bassi livelli di infiammazione e il mantenimento di un’adeguata massa muscolare che concorrerà a favorire il depauperamento del grasso corporeo.
Curiosi di sapere di cosa si tratta?
Alla prossima puntata!
*Sistema costituito dall’insieme di ghiandole a secrezione interna, o ghiandole endocrine che producono e rilasciano nel torrente ematico gli ormoni.