Non siamo quel che mangiamo

Cibo magro/grasso, buono/cattivo, sano/spazzatura, dietetico/ingrassante…. Quanti aggettivi per denotare ciò che è essenziale per tenerci in vita… cos’hanno in comune tutti loro? La dicotomia! Ovvero il fatto di essere opposti l’uno all’altro, senza vie di mezzo, solamente il bianco e il nero senza alcuna sfumatura. Questa catalogazione è così intrinseca alla nostra forma mentis che probabilmente non abbiamo mai pensato al fatto che ci possa portare a delle conseguenze negative:

Provate a pensare ad una giornata in cui siete stati ligi e avete mangiato solo cibo sano e magro, come vi descrivereste? Solitamente l’aggettivo che viene associato è “bravi”. Ora invece, osservate lo scenario opposto, magari un giorno di festa in cui si mangia con parenti o amici alimenti più grassi e lavorati… li non siete stati bravi vero? Lì avete sgarrato (non si sa bene cosa), siete stati “golosi”, “ingordi”.

Riuscite a notarlo adesso? Facciamo dipendere il valore della nostra persona da quello che abbiamo mangiato e, ancor più grave, diamo un valore morale al cibo, che di morale non ha proprio nulla! Ora, mi dispiace contraddire la massima di Feuerbach ma… Non siamo quel che mangiamo!

In questo momento starete pensando io sia pazza e sento già la critica pronta del “si, ma se mangio panini del Mc Donald’s tutti i giorni, di sicuro non starò bene” e qui ci troviamo perfettamente d’accordo.

Dove sta quindi la salvezza? Nella food neutrality ovvero dare un valore neutro al cibo!

In che cosa consiste?

  1. Demolire il concetto del “sei quello che mangi”, ci abbiamo ricamato sopra troppo rispetto al concetto originale dell’affermazione
  2. Smetterla di credere nella dieta perfetta (perché non esiste)
  3. Non pensare alla nutrizione in termini di “bianco e nero”
  4. Mandare a quel paese i sensi di colpa per il cibo mangiato

Come abbiamo precedentemente visto la tendenza di ognuno di noi è categorizzare il cibo come buono e cattivo, il che, come conseguenza, ci porta a cercare di evitare il più possibile tutti gli alimenti “cattivi” in quanto nocivi ed ingrassanti, quindi la tendenza è di etichettarli come proibiti! sia mai che mangiamo la Nutella (spoiler alert: un cucchiaino di Nutella uccide solo se siete allergici alle nocciole…o se ingoiate il cucchiaino!).

Dovete sapete che ogni volta che ci vietiamo qualcosa, il nostro cervello inizia a desiderarlo compulsivamente, quindi, alla prima occasione in cui assumerò l’alimento imputato, state pur sicuri che non riuscirò a mangiarlo in maniera consapevole godendomi il momento ma ne abuserò, “tanto ormai ho sgarrato”. A questo seguono i soliti sensi di colpa che mi indurranno a far detox, dieta ferrea e a rafforzare ulteriormente questo meccanismo deleterio. Eccolo riassunto qui a fianco.

Come fare per stoppare questa ruota? Entrare nella mentalità che il cibo è neutro!

è cibo la crema di nocciole quanto una carota, le patatine in sacchetto quanto una mela… qualsiasi tipo di alimento ha sempre lo stesso scopo: nutrirci e appagare le nostre papille gustative!

Cosa sarebbe quindi corretto mangiare? Di tutto!!!! Ed è proprio il sentirsi liberi di far le scelte alimentari che più ci aggradano nel qui ed ora che ci potrà far stoppare i sensi di colpa. Immagino che possa far paura tale libertà in quanto non ci fidiamo del nostro corpo e degli stimoli che esso produce e pensiamo che, nel momento in cui inizieremo a mangiare, non smetteremo più!

Nel prossimo articolo vedremo come in realtà tutto ciò è solamente una nostra convinzione limitante e di come riappropriarci della libertà di mangiare!

A presto!

Alessandra

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